sabato 9 febbraio 2013

Un'infiltrata tra gli Assassini.

No, no, non ho ancora preso il porto d'armi per diventare una cacciatrice di taglie, sebbene l'idea mi alletti non poco.
Dico spesso e volentieri "oh, quanto vorrei uccidere Tizio" (o Caio, o Spadavecchia, il caro Spadavecchia del mio dialetto che non mi ha fatto nulla XD), come anche "vorrei ora un Death Note" – ho un debole per L, soltanto a livello intellettuale, sia chiaro, non perché mi vorrei far arrestare da lui per testare la sua e la mia (quanto sono superba!) intelligenza –, ma so bene che il mio volere e il mio desiderio è quello di salvare vite umane, non ucciderle; se vedessi agonizzante qualcuno che per me non merita di vivere, lo aiuterei, non in virtù della missione che vorrei esercitare un giorno, bensì perché sono del parere che esista una giustizia non divina, ma naturale, derivante da una sorta di nous anassagoreo, detto in termini filosofeggianti.

Ciò che voglio dire è che la lettura (sì, sempre lei, onnipresente nella mia vita, signore e signori, fatevene una ragione, ho iniziato a leggere a un anno, non smetto mica ora) mi stimola a fantasticare, a immaginare, a sognare... e a pensare trame, concetti, storie...
In questo caso si tratta di una fanfiction ispirata a una serie di videogiochi che tanto amo: Assassin'S Creed.
Non appena uscì il primo gioco della saga fu amore a prima vista.
Merito anche del fatto che ho sempre amato la storia, sì, almeno fino alla caduta di Napoleone, dopo per me, la storia perde di significato, perché da magistra vitae che si suppone debba essere, commette errori già accaduti in passato, in un climax di orrore crescente, al che mi viene da chiedere: ma l'uomo non ha capito un cazzo in tutti gli anni, i lustri, le decadi, secoli passati?
La cosa peggiore è che la domanda mi pare retorica.

Senza ulteriori vaneggiamenti, stavo dicendo che, leggendo per pura curiosità La Cattedrale del Mare di Ildefonso Falcones, spinta dalla curiosità dei paragoni fatti per intreccio e bellezza del romanzo a I Pilastri della Terra (parlerò di entrambi tra un bel po' in una critica tutta mia) di Ken Follett, autore che apprezzo molto.
E dunque, questo romanzo mi ha molto colpito in positivo, al punto da immaginare, in un piccolo pisolino, un ipotetico ascendente di Desmond nella Barcellona del XIV secolo, epoca in cui Falcones ha ambientato le vicende del suo Arnau, magari incentrare qualcosa alla corte dei due re di Castiglia e Catalogna, nelle lotte per il predominio commerciale contro le Repubbliche Marinare italiane, oppure tra i Bastaixos, gli scaricatori di porto divenuti uomini liberi al punto di formare una confraternita, quella citata nel libro, edificando la cattedrale della Madonna del Mare.
E immagino anche che ci possa essere una donna nella confraternita, per dei motivi che dovrei adattare, costruire.
La mia predilezione per protagonisti femminili, specie se forti e volitive, è palese, non solo perché sia una convinta femminista, ma anche perché alle volte capiti che mi immedesimi con una tale passione in loro, al punto di divenire un tutt'uno con le donne che "creo", che se fossero vive, beh...
Ci proverei con loro a tutto spiano, e chi lo nega.
Ah, che non si urli allo scandalo!
Non tollero bigottismi e cazzate varie. Qui habet aures audiendi, audiat.
Insomma, si è capito che le mie "rotelle" stanno vorticando in una gimcana di fantasia incessante?
Beh, cosa mi manca?
Il tempo.
Sì, lui, il tiranno.
Traendo un profondo sospiro, devo dire che quest'anno nuovo è indice di novità, per me, belle, piacevoli, inconsuete e strane.
Però, come dico sempre, se non si prova a fronteggiare i salti nel vuoto, si resta sempre in una perenne stasi.
La cosa non mi piace.
Siamo in continuo divenire e io voglio vivere appieno il mio, scrivendolo di tutto pugno.
Ardendo di viva fiamma, di volontà piena.



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